Il Blog di una Ginecologa con la passione per la Scienza dell’Alimentazione e per la Medicina dello Stile di Vita

L'impatto ambientale dell'alimentazione

E tu, quanto ami il tuo Pianeta? Scoprilo con un test

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Diciamocela tutta, ne abbiamo solo uno. E’ la nostra Casa, ma la diamo per scontata. E non c’e una casa per la città e una per il mare, o per la montagna. C’è solo questa. Non abbiamo un Pianeta B. Ci è stata donata una Casa meravigliosa, di infinite sfumature di azzurro, verde, cielo, boschi, mari, montagne e fiori, abitata da una moltitudine di specie animali e vegetali, che dovevano coesistere in armonia. Una ricchezza enorme che con immensa ingratitudine e avidità stiamo distruggendo.

E’ di questi giorni la notizia dell’ennesima sciagura che lo sta flagellando, il ciclone Idai, che ha devastato Mozambico, Zimbabwe e Malawi, colpendo più di 3 milioni di persone (a proposito, se volete donare qualcosa, anche di molto piccolo, per aiutare quelle povere popolazioni, fatelo qui ). E anche noi in Italia abbiamo avuto ben più di un assaggio di quello che il clima arrabbiato può fare. Non possiamo continuare a pensare che non ci riguarda e non ci riguarderà. E non possiamo continuare a delegare o a incolpare solo i governi. Se avete figli, non credo vogliate lasciare loro in eredità un pianeta desertico e devastato, e nemmeno rischiare di  farli morire in un uragano, uno tsunami o un’alluvione. Dobbiamo agire ora, e ognuno di noi deve fare la sua parte.

Per fortuna siamo stati nei giorni scorsi felicemente invasi dal bellissimo movimento giovanile contro i cambiamenti climatici, il Fridays for Future, scatenato da Greta Thunberg, e devo dire che il mio cuore si è riempito di speranza. Forse i nostri ragazzi sapranno lottare meglio di quanto abbia fatto la mia generazione per difendere la loro Casa. Tuttavia pochi hanno riportato per esteso le parole di Greta.  Io le ho trovate per caso, perchè avevo da sempre sentito i suoi discorsi rivolti ai governi, molto ispirazionali ma diciamo generici, sull’urgenza di agire. Ma Greta ha detto anche: «La maggior parte delle persone continua a fare quello che fa perché non ha la minima idea delle vere conseguenze delle azioni che compiamo nella nostra vita quotidiana e non capiscono quanto debba essere rapido il cambiamento. […] Nessuno di noi agisce davvero come se fossimo nel pieno di una crisi. Persino la maggior parte dei climatologi e dei politici impegnati sul fronte ambientale svolazzano in aereo e continuano a mangiare carne e latticini ». Greta lo sa bene, dunque. E devo dire che questo comportamento contraddittorio da parte di molti ambientalisti io lo noto tutti i giorni.

Pochissimi correlano le scelte alimentari con lo stato del Pianeta, eppure la correlazione c’è, ed è diretta. Gli allevamenti intensivi sono una delle più grandi fonti di emissioni di gas serra causate dall’uomo. Attualmente il settore agroalimentare è responsabile di circa un quarto delle emissioni, che secondo Greenpeace potrebbe arrivare al 52% nel 2050, di cui il 70% circa sarà dovuto alla produzione di carne e latticini. Eppure alcuni tra gli allevamenti più inquinanti di Europa ricevono sussidi comunitari per centinaia di milioni di euro. In Europa le dimensioni degli allevamenti sono cresciuti in maniera spropositata negli ultimi dieci anni, e il numero pro capite di polli, maiali e bovini macellati è più che triplicato. Nel 2009 oltre 10 animali sono stati macellati per ogni essere umano sulla terra. Una strage, tanto più crudele poiché inutile, e anzi dannosa per la salute del Pianeta e dell’Umanità (sugli effetti sulla nostra salute ne ho già parlato qui e non mi ripeterò). Per questo la stessa Greenpeace ha lanciato una campagna mondiale che ha come obiettivo, che definisce ambizioso ma assolutamente necessario e impellente, di ridurre del 50%  la produzione di carne e di prodotti lattiero-caseari entro il 2050.

E noi? Possiamo fare pressione sui Governi, certo, ma c’è un metodo più facile, rapido ed efficace. Ridurre i nostri consumi. Meno richiesta sul mercato, meno allevamenti intensivi. Tanto facile da essere banale. Non aspettiamo che i governi agiscano. Agiamo noi. Possiamo essere molto più potenti. Possiamo creare noi la Casa dove vogliamo abitare.

La Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana ha messo a punto un test molto carino e divertente per calcolare l’impatto ambientale dei nostri pasti e lo trovate quiBasta inserire quello che mangiamo in una giornata per vedere quanto siamo davvero ecologisti. Non solo, ci dice anche quante calorie introduciamo e quanto è equilibrata la nostra dieta, con le percentuali di carboidrati, proteine e grassi, e le quantità dei principali micronutrienti. Non ci sono proprio tutti gli alimenti ma il calcolo è preciso con una buona approssimazione. Il Test è stato messo a punto utilizzando i dati derivanti dal più autorevole studio in letteratura scientifica (“Evaluating the environmental impact of various dietary patterns combined with different food production systems”: European Journal of Clinical Nutrition, 2007) che a sua volta utilizza il metodo LCA, Life Cycle Assessment, che valuta l’intero ciclo di vita del prodotto, che include pre-produzione, estrazione e produzione dei materiali, produzione, distribuzione, uso e/o riuso. La procedura LCA è standardizzata a livello internazionale dalle norme ISO 14040 e 14044.

Io l’ho fatto e, non per vantarmi, ma il Signor Test mi ha fatto i complimenti :D. Con il mio menù 100% vegetale ho avuto un impatto ambientale, inteso come consumo di risorse e produzione di emissioni, di 6,4 volte inferiore a quello di un onnivoro medio, permettendo inoltre ad altre 5 persone di nutrirsi nel Sud del Mondo (una grossa parte di terra in questi paesi viene utilizzata per produrre cibo per gli animali negli allevamenti anziché cibo per le persone). Il mio contributo alla deforestazione è stato del 12% contro il 68% di un menù onnivoro, ho consumato 10 volte meno acqua, ed è come se avessi percorso 5 volte in meno di km in auto. E naturalmente con tutte le proporzioni giuste di nutrienti (giusto per prevenire chi mi chiederà “ma le proteine dove le prendi?” :D).

Provate a farlo, è il primo passo verso la consapevolezza, e poi chissà…forse anche verso un cambiamento. La nostra Casa vi ringrazierà.

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