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Mangiare low fat a 50 anni e oltre: un possibile passo verso la longevità

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Un’Intervista Leggera con Luciana Baroni

 

Ho conosciuto Luciana Baroni qualche anno fa, quando mi è stata assegnata come tutor nel mio Master in Nutrizione Vegetariana. Sono stata felicissima che la mia tutor fosse proprio lei, anzi in realtà ci speravo, perché Luciana è la persona più autorevole nel campo della nutrizione vegetariana, ma vorrei dire in campo nutrizionale in senso ampio.

Luciana è un faro per tutti noi, un esempio di rigore scientifico e di passione. Specialista in Neurologia e in Geriatria e Gerontologia, Master internazionale in Nutrizione Vegetariana, fondatrice e Presidente della Società Scientifica di Scienza Vegetariana, è autrice di numerosi studi pubblicati su riviste scientifiche prestigiose, delle linee guida per l’alimentazione vegetariana per la popolazione italiana, nonché di numerosi libri, che rappresentano una guida preziosa per tutti, professionisti e non, su come debba essere un’alimentazione su base vegetale bilanciata. Tra questi “Il Piatto Veg”, e linee guida per tutti, il “Piatto Veg Mamy”dedicato a gravidanza, allattamento e svezzamento, il “Piatto Veg Junior”, per i bambini, e infine l’ultimo, “Il Piatto Veg 50+”, dedicato a chi ha più di 50 anni.

Dopo il mio master siamo sempre rimaste affettuosamente in contatto, abbiamo continuato a studiare le abitudini alimentari delle donne con Diabete Gestazionale in Sardegna, che era l’argomento della mia tesi di Master, mi ha invitato come relatrice al congresso nazionale della Società Scientifica di Scienza Vegetariana, e proprio nei giorni scorsi ha scritto la prefazione del mio libro (“La Dieta che cura il Diabete Gestazionale”) che sarà pubblicato all’inizio del prossimo anno.

Sono quindi davvero felice di averla qui per le mie Interviste Leggere. E siccome l’argomento non solo mi riguarda da vicino, ma credo che sia l’ultima frontiera in campo nutrizionale, e in particolare per chi studia i rapporti tra nutrizione e salute, la nostra conversazione riguarda proprio l’ultimo libro, “Il piatto Veg 50+”

Ciao Luciana, intanto grazie per aver accettato questa intervista! Per me è davvero un onore ospitarti nel mio blog. Vorrei iniziare chiedendoti da cosa nasce l’esigenza di dedicare un libro a chi ha più di 50 anni.

My pleasure! Ho sentito l’esigenza di scrivere questo libro quando ho compiuto 60 anni e mi sono resa conto di essere decisamente molto più sana della maggioranza dei miei coetanei. Ho quindi pensato di racchiudere nel libro quei consigli che mi hanno permesso di restare in salute, e condividerli con tutti coloro ne fossero interessati.

Nel tuo libro rivedi le linee guida del Piatto Veg in chiave Low Fat. Quali sono i benefici nel ridurre il contenuto di grassi dalla nostra alimentazione?

La letteratura concernente gli studi di intervento con dieta low-fat è decisamente molto incoraggiante. Ridurre i grassi della dieta, oltre a migliorarne la qualità nutrizionale, permette di migliorare la sensibilità all’insulina, ormone sul cui alterato funzionamento si incardinano le principali malattie cardiometaboliche.

Si, conosco gli studi di Barnard sul trattamento del Diabete di tipo 2, su come migliori il controllo glicemico e il rischio di malattie cardiovascolari nei soggetti diabetici! Ma tu la consiglieresti a tutti o solo a chi ha predisposizione al diabete o alle malattie cardiovascolari?
 

Io la consiglierei sicuramente a tutti i soggetti a rischio o già ammalati. E poiché la fascia di soggetti a rischio può non essere ben definita, credo che oltre i 50 anni tutti coloro che abbiano voglia di aderire a questo schema possano averne dei vantaggi.

Rispetto a una dieta ipocalorica standard ridurre i grassi è maggiormente utile nella perdita di peso? Penso in particolare alle persone che lottano contro l’insulino-resistenza, ad esempio.

Si, perché oltre a ridurre l’insulino-resistenza associata sempre al sovrappeso, all’obesità e alla sindrome metabolica, dobbiamo anche considerare che i grassi in eccesso nella nostra alimentazione vengono direttamente depositati senza subire trasformazioni che consumano energia, mentre l’energia in eccesso proveniente da altri nutrienti (carboidrati o proteine) viene trasformata in grassi con processi che implicano un consumo energetico. Quindi possiamo dire che nello schema low fat le calorie eventualmente in eccesso dagli altri nutrienti sarebbero trasformati in grassi di deposito con un consumo di energia.

Potresti spiegarci brevemente come si compone uno schema alimentare Low Fat? E’ complicato?

Uno schema alimentare low-fat dà spazio a cereali integrali, legumi, verdura e frutta. Per ridurre i grassi non c’è naturalmente possibilità di assumere cibi animali di nessun genere, né oli aggiunti e frutta secca. Gli unici grassi ammessi sono quelli ricchi di omega-3 (noci, olio di semi di lino, semi di chia e di lino), dei quali ne va consumata una porzione (rispettivamente 30 g, 5 g, 15 g e 10 g), a cui va associata l’assunzione di un integratore da fonte algale di EPA-DHA da 250 mg.

Una dieta 100% vegetale è adatta ai fabbisogni di una donna in menopausa?

Certamente sì, la dieta vegana standard come quella proposta dal PiattoVeg, oltre ad essere nutrizionalmente completa riduce il rischio di malattie croniche e ha delle caratteristiche che possono aiutare a ridurre o eliminare i sintomi del climaterio.

Possiamo sfatare quindi definitivamente il mito che l’unica fonte di calcio sono i latticini?

Certo che si. Il calcio è un minerale estesamente diffuso in natura, presente in tutti i cibi vegetali, tra i quali alcuni (cavoli, verdure a foglia, legumi, pseudocereali, mandorle e sesamo) ne sono particolarmente ricchi.

Quali altri consigli alimentari daresti a una donna in menopausa?

Consiglierei di scegliere cibi naturali, evitando quindi i cibi industriali, e soprattutto quelli ricchi di zuccheri, grassi e sale.

E la soia? Potrebbe essere utile nel ridurre le vampate?

Si, anche se io normalmente non raccomando la soia particolarmente, in quanto il criterio è quello di utilizzarla a rotazione con gli altri legumi. Nel caso della donna in menopausa può essere però utilizzata anche 2-3 volte la settimana.

Sono necessarie integrazioni nella donna in menopausa?

Per ottenere una dieta completa è necessario il ricorso a prodotti alimentari (integratori) che apportano i nutrienti critici della dieta. Badiamo bene, sono critici in tutti i tipi di dieta: la vitamina B12, che è diventata un nutriente critico anche negli onnivori e in particolare lo è sopra i 50 anni; la vitamina D, e il già menzionato DHA per la sola dieta low-fat.

Grazie mille Luciana, sei stata preziosa come sempre!

Io sto già iniziando a provarci, per la mia familiarità diabetica e perché purtroppo la mia glicemia digiuno indica come in tutti i soggetti predisposti un’ insulino resistenza incipiente :(.

Stay tuned… vi dirò come va a finire!

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