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alimentazione e diabete gestazionale

Il Diabete Gestazionale: un destino inevitabile?

Quando comunico a una paziente la diagnosi di Diabete Gestazionale non di rado le vedo piangere dalla disperazione. Non so bene perchè ma è una diagnosi che fa paura, spesso più paura di altre. A volte la disperazione è dovuta al contrario al fatto quella donna non credeva che potesse succedere a lei. Non ci sono casi in famiglia, non mi piacciono i dolci, ho un peso normale. Perché proprio a me? Cosa succederà a me e al mio bambino?

Eppure, dopo il primo periodo di rodaggio, quasi tutte mi raccontano di come la dieta che le ho prescritto le abbia fatte da subito sentire meglio, di come si sono sgonfiate, di come sono felici di poter controllare il peso senza sentire la fame.

Alla fine della gravidanza vorrei fotografare il loro sorriso e confrontarlo con le lacrime iniziali. Vorrei poter fotografare sopratutto la loro soddisfazione per essere state brave a controllare la glicemia (perchè si, io prescrivo ma poi il lavoro a casa lo fanno loro!) e per essersi mantenute belle e in linea anche con il pancione. Oggi una mia collega mi ha fatto ridere raccontandomi di due sue pazienti che ho seguito per un Diabete Gestazionale che erano talmente felici di essere arrivate al traguardo in perfetto peso forma con la mia dieta da esclamare “Santo Diabete Gestazionale 🙂  🙂 !!!”

Quando mi è capita di rincontrarle dopo il parto, quello per cui maggiormente mi ringraziano è per l’insegnamento che ne hanno tratto, perchè la dieta per il Diabete Gestazionale le ha aiutate a cambiare per sempre stile alimentare. Questa è per me la ricompensa piu grande. Infatti quello che dico sempre al momento della diagnosi è “La prenda come un’opportunità“. All’inizio mi strozzerebbero, lo so 😀 (dottoressa, ma io sono disperata e lei mi parla di opportunità?), ma poi capiscono.

E’ un opportunità per acquisire un insegnamento importante, un opportunità per cambiare, un’opportunità di salute.

La gravidanza è infatti una finestra preziosa nella vita di una donna, in cui la troviamo particolarmente ricettiva ad accogliere nuovi insegnamenti e a metterli in pratica, perchè farebbe di tutto per la salute del figlio che ha in grembo.
Il regalo più prezioso che credo quindi di fare alle mie pazienti è il cambiamento dello stile alimentare imparato durante la gravidanza, che non solo ha tenuto sotto controllo il Diabete Gestazionale permettendo di avere un bambino sano e di peso normale, di partorire a termine con un parto naturale, ma che permetterà di prevenire il Diabete Gestazionale nelle gravidanze successive e il Diabete di tipo 2 nell’età più avanzata, a cui il Diabete Gestazionale è strettamente correlato.
L’altro aspetto fondamentale riguarda il futuro di salute che una dieta sana garantisce anche al bambino. Ne ho parlato in “Non è mai troppo tardi per cambiare i nostri geni”, ed è quello che studia la DOHaD (Development Origin of Health and Disease).

E’ infatti ormai noto che l’alimentazione influisce profondamente sull’ambiente intrauterino tanto da influenzare la salute del bambino non solo alla nascita ma anche per tutta la sua vita, tanto che ormai si dice che il futuro di salute o malattia di tutti noi si decide in utero. Un bambino di una madre con un Diabete Gestazionale non controllato ha infatti più probabilità di diventare obeso, iperteso e anch’esso diabetico nell’età adulta e, se di sesso femminile, di avere un Diabete Gestazionale, creando un circolo vizioso che mantiene e alimenta l’epidemia mondiale di Diabete di tipo 2. L’alimentazione è infatti addirittura in grado da determinare sul DNA del feto delle modificazioni chiamate “epigenetiche”che possono “accendere” o “spegnere” i geni che derminano il rischio di diabete e malattie cardiovascolari, proprio come un intrerruttore. Le modificazioni epigenetiche, benchè reversibili, possono venire trasmesse sino alla terza generazione successiva. Una donna ha quindi il potere di condizionare in termini positivi o negativi non solo la sua salute e quella di suo figlio ma addirittura quella dei suoi pronipoti.

Se pensiamo in termini più grandi le donne, le uniche che hanno il potere di generare, hanno in mano il destino dell’umanità.

Come per il Diabete di tipo 2 esiste sicuramente una predisposizione genetica anche per il Diabete Gestazionale, ma allo stesso modo anche esso può essere slatentizzato o prevenuto da quello che si mangia e da quanto ci si muove.
Le donne pensano normalmente che è quello che hanno mangiato durante la gravidanza (sia nella quantità che nella qualità) ad avere causato il Diabete Gestazionale, e questo le fa sentire molto in colpa. E’ stato invece dimostrato ormai da diversi studi scientifici che anche le abitudini alimentari prima della gravidanza sono determinanti.
Come è facile intuire, un aumento di 2.5 volte del rischio di Diabete Gestazionale è stato dimostrato con un’ alimentazione prima della gravidanza ad alto carico glicemico e povera di fibre, in pratica ricca di dolci e carboidrati raffinati. Viceversa un’alimentazione ricca in fibra, in particolare da cereali (soprattutto da pane integrale) e frutta è stata dimostrata essere protettiva, e precisamente per un incremento di soli 10 g di fibra al giorno si ha una riduzione del 26% del rischio di Diabete Gestazionale.
Quello che era meno scontato era il ruolo degli altri macronutrienti, e cioè dei grassi e delle proteine.
L’avreste mai detto? Il colesterolo fa venire il diabete?

Eppure un aumento significativo del rischio di Diabete Gestazionale è stato riportato da tutti gli studi per i grassi animali (grassi saturi e colesterolo), mentre la sostituzione dei grassi animali con quelli vegetali porta a una significativa diminuzione del rischio. La spiegazione sembra risiedere nel fatto che grassi (sopratutto i saturi e il colesterolo) accumulandosi all’interno delle cellule creano insulino-resistenza, il primo passo verso il Diabete.

E le proteine? Le tanto decantate proteine nobili? Provate a indovinare….

Proteine animali e vegetali hanno effetti opposti e divergenti sullo sviluppo del Diabete Gestazionale: mentre un’elevata assunzione di proteine totali e animali è direttamente correlata al rischio, nessuna correlazione è stata dimostrata per le proteine vegetali come quelle della frutta secca e dei legumi. Anche l’effetto delle proteine animali sembrerebbe avere una spiegazione a livello cellulare: un’ ipotesi parla di un esaurimento funzionale sulla secrezione di insulina da parte delle cellule pancreatiche dopo anni di alimentazione iperproteica che ne provoca un’ ipersecrezione; un’altra dell’effetto degli amminoacidi ramificati (di cui sono particolarmente ricche le proteine animali) anch’essi in grado di determinare insulino-resistenza.

E, ancora una volta, quando sono stati studiati nel complesso gli alimenti che aumentano il rischio è stata dimostrata un’associazione positiva tra il consumo di carne rossa e conservata (insaccati) e il rischio di Diabete Gestazionale, mentre il consumo di frutta secca e legumi ha dimostrato avere un effetto protettivo.

Dagli studi scientifici emerge ancora una volta che anche per il Diabete gestazionale valgono quindi le stesse regole di un’alimentazione protettiva per tutte le malattie.
Già da prima della gravidanza l’alimentazione deve essere il più possibile su base vegetale e di buona qualità: si ai carboidrati complessi, integrali e in quantità controllata, ai legumi, alla verdura, alla frutta (con qualche limitazione di quella più dolce), alla frutta secca e ai semi oleaginosi, mentre il consumo di dolci e carboidrati raffinati, prodotti industriali, e prodotti animali deve essere drasticamente ridotto.

Ma se anche le abitudini durante la gravidanza fossero sbagliate, c’è sempre il tempo di rimediare: agendo precocemente durante la gravidanza con un’alimentazione con queste caratteristiche, unita ad almeno 150 minuti di esercizo aerobico alla settimana, il Diabete Gestazionale può essere prevenuto anche nelle gravide ad alto rischio, come le obese o quelle che hanno avuto un Diabete gestazionale nella gravidanza precedente.
Come ho scritto in “Le nuove Linee Guida per l’alimentazione in gravidanza”, dove entro un pò più nel dettaglio sulla frequenza settimanale degli alimenti, anche le maggiori società scientifiche di ginecologia e ostetricia (SIGO, AOGOI, AGUI) hanno evidentemente recepito questi e altri studi, ponendo l’attenzione sulla necessità di una dieta come quella che vi ho descritto per una gravidanza sana per la donna e il suo bambino.

Il Diabete Gestazionale è il mio pane quotidiano e la mia passione, quello in cui sento di poter dare il mio contributo più grande e quello che mi permette di stabilire un legame più stretto con le mie pazienti, però vi devo dire la verità…sarei più felice se i miei ambulatori fossero un pò più vuoti, e non perché vorrebbe dire che io lavorerei di meno (è un lavoro che mi piace!), ma perché vorrebbe davvero dire che abbiamo finalmente capito come prevenirlo.

 

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2 Comments

  • Monica

    Ho letto con interesse l’articolo. Mi trovo in parte d’accordo sulle opportunità che questa esperienza di patologia, in gravidanza e non può offrire. Basta saperla affrontare con il piede giusto. Non è comunque cosa facile e non giudico chi purtroppo la prende male e con ansia.
    Io mi trovo alla seconda gravidanza e con secondo diabete gestazionale. Devo dire che a livello di stress esso contribuisce parecchio al trascorrere delle settimane col pancione. Purtroppo accade molto spesso che il pensiero principale di una vita che cresce in pancia, venga oscurato da ossessioni glicemiche, di paura per quello che si mangia, sensi di colpa per aver sgarrato in qualche occasione. Il primo pensiero del mattino è “come ce l’avrò oggi a digiuno?”. Vincerò l’insulina? I miei valori resteranno accettabili fino alla fine? E la più temuta domanda è: se ne andrà una volta partorito?
    Si cerca sempre il meglio per il bambino in grembo, ma allo stress che tutto questo comporta alla gestante, secondo me poco si guarda.
    Non mi trovo completamente d’accordo sull’attribuzione di pregresse colpe alimentari. Conosco amiche obese che hanno trascorso una gravidanza libera dal diabete. Mamme in attesa che confidano apertamente di mangiarsi anche una vaschetta di gelato, se la voglia è tanta. Mentre chi scrive ha sempre avuto un BMI nei parametri, non familiarità e ha sempre cercato di seguire una dieta equilibrata. Personalmente vado di tre o quattro contorni di verdure a pasto (e non solo le solite zucchine, carote e insalata) Perché mi sento obbligata? No, perché ho sempre fatto così e mi piacciono molto! Ricordo la dietista della scorsa gravidanza aver letto il mio diario alimentare del periodo e avermi chiesto “ma signora, tutta questa verdura a tavola l’ha sempre mangiata?”. Ho sempre cercato di bilanciare i pasti, non nego che mi piace mangiare! Eppure, nonostante questo, eccomi qui con il diabete gestazionale, di nuovo. E venir vista come una che prima della gravidanza andava a sacchi di pasta e pane al giorno, era una assidua frequentatrice di paninoteche e mangiava merendine tutti i giorni… Beh un po’ fa rimanere male. Perché è così che vieni inquadrata, anche nelle strutture in cui sei presa in carico per la gestione della malattia, o chiamiamola esperienza. È brutto che mai venga chiesto: signora, come era abituata a mangiare prima? Basterebbe questa domanda per capire se proprio tutte siamo delle accanite divoratrici di cibi poco salutari. Quello che importa è la tabella mensile con le misurazioni, e da lì si vede se stai facendo la brava o meno. Poco importa il resto.
    Poi si potrebbe aprire un capitolo a riguardo del fatto che vi è poca chiarezza sulla gestione dei parametri di riferimento; che pertanto continuano a essere modificati al ribasso. Come mi disse una ostetrica anni fa, tra un po’ le gestanti saranno quasi tutte trattate come diabetiche.
    Mi scuso per il post lungo.

    • Cinzia Murgia

      Buongiorno Monica, grazie per il suo commento. Ci leggo tanta tristezza dentro, e questo mi stringe il cuore. Sicuramente non era il mio intento quello di attribuire “colpe”, e le mie pazienti lo sanno bene. Al contrario quello che faccio nel primo colloquio è proprio quello di sollevarle dai sensi di colpa e di tranquillizzarle, perché insieme ce la faremo, e senza neanche troppi sacrifici. E ho molta cura del loro stato psicologico conoscendo bene cosa comporta misurarsi le glicemie in gravidanza, e sono più spesso io a cercare di alleggerire lo stress.

      Tuttavia non dubito ahimè della sua esperienza negativa, conoscendo purtroppo bene come funzionano alcuni centri.

      Il mio compito non è attribuire colpe alle pazienti che ben poche colpe hanno (potremo attribuire le colpe alla mancanza di campagne informative dei governi, semmai) ma cercare di fare educazione alimentare, perché le principali patologie croniche possono essere prevenute.
      Ho avuto e ho tuttora pazienti come lei magre e senza fattori di rischio con il Diabete gestazionale, e pazienti obese che ho seguito in gravidanza senza alcuna patologia. Di fatto però questo non significa che l’obesità non sia un fattore di rischio: semplicemente il Diabete compare in molte ma non in tutte. Il fatto che compare però ormai anche nelle pazienti magre significa che forse qualcosa nelle nostre abitudini alimentari e nel nostro stile di vita è cambiato negli ultimi decenni, e non riguarda certo solo i dolci ma piuttosto l’eccesso di prodotti animali, e in primis di carne rossa e conservata, come ho cercato di spiegare nell’articolo. Ora lei non dice niente a riguardo, potrebbe essere una forte consumatrice di carne ma anche no, e la sua genetica potrebbe essere talmente forte da vincere abitudini alimentari sane e su base vegetale.
      Non si scusi, la ringrazio dello sfogo perché mi dà l’opportunità di conoscere ancora meglio il mio mondo. Se ha ancora bisogno mi scriva pure, anche in privato.
      Tantissimi auguri per un buon esito della sua gravidanza

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